Il nuovo corso di Twitter targato Elon Musk si arricchisce di nuovi aspetti: alcuni giornalisti americani[1] sono entrati in possesso di prove che dimostrerebbero che il servizio di moderazione dei contenuti del social network, prima dell’acquisizione da parte del magnate australiano, fosse politicamente schierato.
I files sono stati forniti direttamente dal magnate sudafricano e hanno ad oggetto indicazioni e scambi di messaggi tra dipendenti di Twitter nei quali si discute su che posizione assumere rispetto a tutti quei contenuti riferibili a Trump, l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio e il caso del portatile di Hunter Biden.
La diffusione dei files è l’ennesimo segnale di come Musk intende modellare la moderazione su Twitter: più free speech. Negli Stati Uniti, l’idea di libertà di espressione è fortemente caratterizzata dal concetto di mercato delle idee[2], un luogo in cui la concorrenza tra idee buone e cattive farà emergere naturalmente le prime sulle seconde senza nessun tipo di correttivo.
Negli ultimi anni, la grandezza del fenomeno della disinformazione digitale aveva portato alcuni Social Network – come Twitter appunto – ad assumere un orientamento più europeo (dove sono previsti dei limiti alla libertà di espressione, es. calunnia), ma il nuovo corso di Elon Musk sembra andare esattamente nella direzione opposta[3] Lo sviluppo del dibattito americano su questo aspetto, è destinato a orientare il mondo dell’informazione digitale mondiale.
