Sergey Razov è, dal 6 maggio 2013, contemporaneamente Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa nella Repubblica Italiana e nella Repubblica di San Marino. In questi anni si è caratterizzato per un’intensa attività diplomatica al servizio degli interessi russi in Italia.
Analisi biografica
Durante il suo incarico, la Russia ha investito molto nell’influenza mediatica, economica e politica del Belpaese. La sua carriera diplomatica sembra suggerire che possieda una profonda conoscenza delle questioni energetiche, sulle quali potrebbe anche avere anche degli interessi economici personali attivi.
L’invasione russa dell’Ucraina e la situazione sul campo, sembrano aver messo in difficoltà l’azione diplomatica di Razov che, da tessitore indiscreto di relazioni economiche e politiche, si è ritrovato ad avere un ruolo diretto nelle vicende mediatiche italiane.
Data e luogo di nascita
28 gennaio 1953, Sochi, territorio di Krasnodar.
Formazione
1975 – Laurea in Scienze Economiche presso l’Istituto Statale di Relazioni Internazionali di Mosca del Ministero degli Affari Esteri dell’URSS (MGIMO); Dottorato in Economia.
Lingue parlate
Russo, Inglese, Cinese, Polacco, Italiano.
Carriera
1975-1979 – Senior Economist presso la Missione Commerciale dell’URSS nella Repubblica Popolare Cinese (PRC);
1979-1990 – Capogruppo, Capo settore del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del PCUS;
1990 – Inizio carriera diplomatica
1990-1992 – Direttore del Dipartimento dei Paesi dell’Estremo Oriente ed Indocina del Ministero degli Affari Esteri dell’URSS;
1992-1996 – Ambasciatore in Mongolia;
1996-1999 – Direttore del Terzo Dipartimento dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa;
1999-2002 – Ambasciatore in Polonia;
2002-2005 – Viceministro degli Affari Esteri della Federazione Russa;
2005-2013 – Ambasciatore nella Repubblica Popolare Cinese;
2013-oggi – Ambasciatore nella Repubblica Italiana e nella Repubblica di San-Marino.
Premi e onorificenze
1996 – Ordine dell’amicizia – per i servizi rivolti allo Stato;
2002 – Certificato d’Onore del Governo della Federazione Russa;
2007 – Ordine d’onore – per i risultati del lavoro nel sistema del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa;
2008 – Medaglia “per i meriti nel perpetuare la memoria dei caduti difensori della Patria” assistenza proattiva nella risoluzione dei compiti di perpetuare la memoria dei caduti difensori della Patria:
2008 – Gratitudine del Presidente della Federazione Russa – per il contributo alla preparazione e allo svolgimento dell’Anno della Russia in Cina e dell’Anno della Cina in Russia;
2013 – Operaio onorato del servizio diplomatico della Federazione Russa;
2018 – Ordine di Alexander Nevsky – per il contributo all’attuazione della politica estera della Federazione Russa e per molti anni di impeccabile servizio pubblico;
2020 – Certificato d’Onore del Presidente della Federazione Russa – per il contributo all’attuazione della politica estera della Federazione.
Spionaggio
POLONIA – 2000 – Durante il mandato a Varsavia, Razov è stato convocato dal Ministro degli Esteri polacco per la notifica dell’espulsione di 9 membri dello staff diplomatico russo, accusati di essere coinvolti in “operazioni di spionaggio attivo” nei confronti della Polonia, sancendo così la prima espulsione di diplomatici russi dalla Polonia dal 1993;
ITALIA – 2018 – Due militari russi in servizio all’Ambasciata denunciano un furto presso un appartamento in locazione a Sergey Chuckhrov, addetto militare presso l’Ambasciata che in quel momento non si trovava in città[1];
ITALIA – 2021-2022 – Sono stati registrati diversi casi di spionaggio da parte di cittadini di nazionalità russa durante il suo mandato in Italia (es. Maria Adela Kuhfeldt Rivera e Walter Biot)[2]. Il 5 aprile 2022, inoltre, il governo Draghi ha annunciato l’espulsione di 30 diplomatici russi per ragioni di sicurezza nazionale nel contesto della situazione di “crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”[3].
Network familiare

Dalla ricerca su fonti aperte, emerge che Razov è sposato con Lyudmila Borisovna Razova[4], nata il 2 agosto 1951 ad Odessa, Ucraina.
La coppia ha una figlia, Elena Sergeevna Marcova, nata il 14 gennaio 1974, la quale a sua volta, ha una figlia, Evgenia Olegovna Markova, nata il 20 giugno 1995.Razov e Razova hanno anche un figlio, Sergey Razov Jr., nato tra il 1988 e il 1989 [5]. Dalla ricerca in fonti aperte non è stato possibile risalire alla data di nascita precisa.
Diversi articoli di stampa datati gennaio 2013, riportano che la compagnia petrolifera russa OJSC Rosneft, mediante un documento datato 5 dicembre 2012, ha nominato come rappresentante nel sud-est asiatico e quindi curatore dello sviluppo regionale, proprio Sergey Razov Jr. Gli articoli riportano che, prima della nomina, Razov Jr. gestiva un ristorante a Pechino e stesse studiando per un MBA, non avendo quindi alcuna esperienza nel settore petrolifero. La nomina di Razov Jr. sembrerebbe essere stata dovuta principalmente al fatto che la società statale fosse interessata ai legami di suo padre, allora ambasciatore russo in Cina. In tal modo il figlio sarebbe stato un rappresentante, mentre effettive attività della filiale dell’azienda sarebbero state gestite da Razov Sr.
Sergey Razov e l’Italia

L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov è una figura che è recentemente divenuta nota al grande pubblico italiano a seguito della crisi in Ucraina. Nei mesi passati, infatti, egli è stato tra i protagonisti emersi dagli scontri mediatici scaturiti dalla decisione di Roma di appoggiare attivamente il Governo di Kiev.
In questa veste di agit-prop dei filorussi italiani, Razov non ha certamente eccelso, dal momento che spesso i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni hanno prestato il fianco agli assalti mediatici di segno opposto. Al netto del fatto che la simpatia verso i russi rimane forte nel Paese, vicende come la denuncia contro Domenico Quirico[6], le mail ai parlamentari della commissione esteri e le interviste a Porta a Porta, hanno fornito un’immagine quasi grottesca del diplomatico.
Se l’analisi delle sue più recenti attività consente di affermare – con una ragionevole dose di certezza – che Razov non è l’uomo perfetto per la propaganda russa, la sua storia e la postura che ha assunto nel corso dell’incarico italiano ci dicono che Sergey Razov è stato, fino al 2021, l’uomo giusto di Mosca in Italia. Infatti, durante la sua ambasciata, l’influenza russa è notevolmente cresciuta sia sul piano economico, che sul piano politico e culturale.
Ben lontano dalle luci della ribalta, l’ambasciatore russo si è dimostrato un ottimo tessitore, come già denunciato dal New York Times nel 2017[7], e la sua azione diplomatica è stata caratterizzata soprattutto da un avvicinamento con quelle realtà imprenditoriali e politiche critiche nei confronti delle sanzioni del 2014. Egli ha, inoltre, favorito la penetrazione delle società energetiche russe sul suolo italiano.
In contemporanea, c’è stata poi l’introduzione e il sovvenzionamento di network di media online russi in lingua italiana (come quelli legati a Sputnik Italia e Byoblu) che hanno contribuito ad amplificare la capacità di influenza dell’opinione pubblica italiana. I contenuti veicolati riguardano spesso l’esaltazione dei legami tra i due Paesi, il rilancio di notizie legate al sostegno russo nelle situazioni di crisi in Italia (terremoti e Covid-19) e i danni economici causati dalle sanzioni del 2014. Queste reti informative sono state usate per veicolare propaganda e disinformazione, destabilizzando il Paese e consentendo alla Russia di influenzare l’opinione pubblica e alcune campagne elettorali[8].
Sul piano dei legami politici, l’attività diplomatica di Razov è stata intensissima, portando ad un avvicinamento palese tra russi e partiti politici come Lega e Movimento 5 Stelle, i quali hanno sovente manifestato e assunto posizioni critiche verso l’atteggiamento sanzionatorio intrapreso dall’Ue contro l’annessione della Crimea da parte della Russia. Per questo motivo, si sospetta che Mosca abbia investito per influenzare l’opinione pubblica nel corso delle campagne elettorali, favorendo la Lega e il Movimento 5 Stelle, come più volte denunciate da alcune inchieste giornalistiche. Le più note sono quelle condotte da Buzzfedd che nel 2016 accusò il Movimento 5 Stelle di beneficiare direttamente della rete di propaganda online dei russi[9], mentre nel 2019 accusò la Lega di ricevere direttamente finanziamenti in denaro da Mosca [10].
Questo avvicinamento con i due partiti e il loro exploit nelle elezioni politiche del 2018 ha consentito a Mosca di beneficiare di un rapporto privilegiato con il primo governo di Giuseppe Conte (giugno 2018-settembre 2019) che si reggeva proprio su un accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle. In questa fase, l’invio di una missione militare sul suolo italiano al fine di fronteggiare l’emergenza Covid-19, costituisce certamente il punto più alto delle relazioni intrattenute da Razov.
Infine, esiste una vicinanza diretta tra l’ambasciatore russo e il leader della Lega, Matteo Salvini, frutto di un’intensa attività diplomatica e certamente ascrivibile come uno dei maggiori successi di Razov. Il collegamento – attivo anche in tempi recenti[11] – ha consentito a Razov di richiedere in passato un particolare occhio di riguardo per gli interessi russi in Italia, al punto che l’Ambasciatore chiese (e ottenne), mediante una lettera indirizzata all’allora Ministro degli Interni, la soppressione di alcuni scioperi in uno stabilimento Lukoil in Sicilia[12].
Riferimenti