L’Agenzia di intelligence ucraina ha dichiarato di aver fornito informazioni ai ribelli Tuareg del Mali, permettendo un’operazione “di successo” contro i russi e l’esercito maliano a Tinzaouatene, una città vicino al confine con l’Algeria. La dichiarazione è arrivata dopo che i ribelli Tuareg e i combattenti affiliati ad al-Qaeda, Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), hanno affermato in dichiarazioni concorrenti il 28 luglio di aver ucciso quasi 80 forze di sicurezza russe e maliane a seguito di tre giorni di scontri nel nord del Mali.
Questi scontri rappresentano il primo grande caso di perdite significative per i mercenari russi in Mali dal loro iniziale dispiegamento nel dicembre 2021 e suggeriscono che gli attacchi potrebbero essere stati il primo caso di una collaborazione, in una certa misura, tra il JNIM e i ribelli Tuareg in un’offensiva importante.
Data l’umiliazione subita dai russi, è probabile che questi, in coordinamento con l’esercito maliano, riallochino un numero significativo di combattenti e attrezzature da altre regioni per tentare di riprendere il controllo di Tinzaouatene e delle aree circostanti e liberare i compagni catturati, portando a scontri che potrebbero durare settimane.

Non è la prima volta che l’Ucraina fornisce un supporto informativo in Africa a gruppi armati impegnati a contrastare la presenza russa e i suoi alleati. Nel settembre 2023 la CNN aveva pubblicato alcune indiscrezioni secondo le quali l’Ucraina stesse fornendo informazioni per contrastare i ribelli supportati dalla Russia in Sudan. Ulteriori notizie su una presenza militare ucraina in Sudan sono state date anche dal Wall Street Journal a marzo del 2024, mentre il 31 luglio sono state pubblicate alcune immagini che mostrerebbero un’azione militare Ucraina in Siria. Questi elementi mostrano un radicale cambiamento di approccio di Kiev che non limita lo scenario del confronto bellico con la Russia ai propri confini a Sud e a Sud-Est.
Gli insuccessi militari e l’impossibilità di procedere con nuove offensive degli ultimi mesi hanno logorato il supporto Occidentale all’Ucraina, in particolare in Europa, dove le opinioni pubbliche sono stanche, disilluse da promesse eccessive di vittoria e scoraggiate da campagne di disinformazione russe. La prossima introduzione di nuove regole di bilancio in Europa costringerà numerosi paesi, tra cui l’Italia, a pesanti riordini della spesa pubblica rendendo le popolazioni europee sempre più insofferenti verso costosi impegni militari. Tale scenario esporrà le collettività a nuove campagne di disinformazione e agevolerà le posizioni politiche che chiedono disimpegni economici significativi in ambito militare.
Inoltre, appare evidente che il futuro sostegno militare ed economico degli Stati Uniti dipenderà fortemente dal risultato delle elezioni di novembre di quest’anno.
Nel caso di vittoria democratica è probabile che il sostegno rimarrà costante, soprattutto dal punto di vista diplomatico, mentre quello economico e militare dipenderà dagli equilibri politici interni. Il futuro di Zelensky come leader politico del paese potrebbe essere messo in discussione ma solo in una fase di minore tensione internazionale in caso di vittoria della Harris, mentre è assolutamente probabile una sua destituzione – che dovrebbe avvenire in una fase pre-interlocutoria con la Russia – nel caso in cui Trump divenisse presidente. Nel caso di vittoria repubblicana è improbabile che gli Usa consegnino l’Ucraina de facto a Putin, tuttavia è molto probabile che questi faranno numerose pressioni per diminuire le aspettative diplomatiche e territoriali di Kiev. Il contesto americano influenzerà direttamente anche la posizione dei paesi europei, che continueranno a non essere in grado di sostituire il supporto americano né dal punto di vista economico, nè militare o diplomatico.
In questo contesto lo scenario maggiormente catastrofico per l’Ucraina potrebbe essere una perdita di sostegno da parte degli USA – come nel corso dell’ultimo anno- e degli Europei non per le proprie posizioni più oltranziste, ma per qualsiasi ipotesi di risoluzione “equa” e l’imposizione di una soluzione a ribasso. In qualsiasi caso, l’Ucraina deve scongiurare qualsiasi ipotesi che la rileghi nel dimenticatoio dello scenario internazionale.
In tal senso, le attività militari all’estero Ucraine potrebbero essere mirate non tanto ad ottenere successi militari significativi, ma piuttosto a porsi con un ruolo utile in funzione anti-russa in molteplici scenari, soprattutto in Africa dove la Russia è maggiormente presente (Mauritania, Mali, Niger, Algeria, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zimbabwe, Mozambico, Madagascar e Botswana sono paesi in cui è probabile una presenza militare) e la presenza diretta occidentale è limitata. Questo ruolo potrebbe garantire all’Ucraina una certa rilevanza anche qualora il conflitto diretto ad Est venisse fermato. In qualsiasi caso, infatti, Mosca rimarrà un grande nemico dell’Occidente.