Intorno alle 8 del mattino (ora locale) di giovedì 23 febbraio, le forze israeliane hanno bombardato la Striscia di Gaza. Al momento non è chiaro se e quante vittime abbia causato questo attacco.
Israele sostiene di aver mirato a un sito militare a nord-ovest di Gaza City di appartenenza delle Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, tuttavia, fonti locali riportano sia stato colpito anche il campo profughi di Al-Shati, una della zone più densamente popolate della Striscia di Gaza.
L’attacco risulta essere una risposta ai razzi palestinesi lanciati nelle prime ore di giovedì verso il territorio israeliano. L’esercito di Tel Aviv ha dichiarato che il suo sistema di difesa aerea ha intercettato cinque dei razzi, mentre il sesto è caduto in un’area disabitata.
L’attacco contro Israele di questa mattina, nonostante non sia stato ancora rivendicato da nessun gruppo specifico, è evidentemente consequenziale ad un raid israeliano avvenuto nella giornata di mercoledì 22 febbraio nella città cisgiordana di Nablus, il quale ha causato la morte di 11 palestinesi e il ferimento di almeno altri 100. L’incursione a Nablus è stata una delle operazioni israeliane più letali in Cisgiordania degli ultimi 20 anni.
L’esercito ha dichiarato di essere entrato a Nablus per arrestare tre combattenti sospettati di precedenti attacchi a fuoco contro israeliani. Testimoni sostengono che l’operazione, durata quattro ore, ha visto i soldati israeliani aprire il fuoco indiscriminatamente.
Queste rappresaglie sono il sintomo dell’allarmante crescita di tensione tra la popolazione palestinese e le forze di sicurezza israeliane che si sta verificando in Cisgiordania e in tutti i territori occupati dall’inizio di quest’anno.
Il Ministro della Salute palestinese aveva dichiarato, all’inizio del mese corrente, che il gennaio 2023 era stato il mese più sanguinoso in Cisgiordania dal 2015, durante il quale sono state uccise 35 persone, tra cui 8 bambini e una donna anziana. Disgraziatamente, febbraio non è stato da meno.
In totale, dall’inizio del 2023, le forze israeliane hanno ucciso nei territori occupati 62 palestinesi, di cui 13 bambini. La maggior parte dei raid dell’esercito israeliano si sono verificati a Nablus e Jenin.
Questo incremento della violenza lascia presagire una possibile recrudescenza della rivolta popolare palestinese del maggio 2021, la quale ha causato più di 200 vittime palestinesi, se non addirittura lo scoppio di una nuova intifada.