Le elezioni europee si avvicinano e ancora una volta i social media svolgono un ruolo chiave nel processo democratico del Vecchio Continente. Non tutte le pubblicità elettorali sono tuttavia originate dagli account dei candidati e dei loro partiti: uno studio di Ai Forensics rivela che una massiccia campagna di disinformazione russa sta raggiungendo milioni di account italiani su piattaforme come Facebook e Instagram.
Secondo la ricerca pubblicata da Ai Forensics e Check First, infatti, oltre 1,4 milioni di profili in Italia sono stati esposti ad un tentativo coordinato di influenzare il voto europeo da parte di una rete di “account bot” pro-Cremlino chiamata Doppelganger. E l’Italia non è l’unico bersaglio: attività simili sono in corso anche in Polonia, Germania e Francia, con un totale di oltre 3 milioni di account raggiunti solo nell’ultimo mese.

Come opera la rete Doppelganger
Doppelganger è una rete già nota agli analisti per precedenti operazioni di questo tipo. Il suo modus operandi prevede la creazione di profili social apparentemente autentici, che vengono poi utilizzati per amplificare messaggi di propaganda mirati.
Tutti questi account condividono esattamente gli stessi annunci pubblicitari, non segnalati da Meta (più o meno colpevolmente, questo è da stabilire) come contenuti di natura politica, e fanno leva su narrazioni polarizzanti e destabilizzanti.
Nonostante Meta sia a conoscenza di Doppelganger già dal 2022, e abbia definito le sue attività come “l’operazione di influenza occulta più grande e aggressivamente persistente proveniente dalla Russia”, la piattaforma sembra ancora incapace di gestire efficacemente questa rete coordinata.
Sfruttando tecniche come l’uso strategico della punteggiatura per aggirare i filtri automatizzati, Doppelganger riesce a raggiungere milioni di persone attraverso gli strumenti di targeting pubblicitario forniti da Meta stessa.
L’impennata delle pubblicità in Italia
In Italia, le pubblicità filorusse raggiungevano circa 50mila persone al giorno fino al 18 maggio. Dal 19 maggio, però, c’è stata un’impennata esponenziale, con picchi di 400mila account giornalieri. In totale, 61 annunci attivi da inizio mese hanno raggiunto oltre 1,4 milioni di profili italiani.
È interessante notare come i target di questa campagna varino a seconda del paese: in Francia e Germania vengono attaccati direttamente i governi Macron e Scholz, mentre in Italia nel mirino ci sono i partiti di sinistra e i Verdi. L’obiettivo sembra essere quello di indirizzare gli elettori verso forze politiche meno favorevoli al sostegno militare all’Ucraina.
L’inerzia di Meta nonostante gli allarmi
Ciò che preoccupa è l’apparente incapacità di Meta – ma ad onor del vero, il fenomeno riguarda tutti i principali social, da X (già Twitter) fino a TikTok – di arginare il fenomeno, nonostante i ripetuti allarmi lanciati negli ultimi anni. Persino l’inchiesta dell’UE su possibili violazioni del Digital Services Act non sembra aver sortito effetti apprezzabili.
“Se noi siamo in grado di rilevare tali interferenze in tempo reale, anche Meta dovrebbe essere in grado di farlo”, ha dichiarato Paul Bouchaud di Ai Forensics. Eppure, a pochi giorni dal voto, la propaganda continua a dilagare indisturbata, minacciando l’integrità del processo democratico europeo.
Le elezioni europee, poi, rappresenteranno solo il banco di prova della macchina di propaganda russa in vista dell’appuntamento di novembre con le presidenziali americane, vero spartiacque degli equilibri geopolitici del prossimo futuro.