Il 22 marzo 2024, un tragico attacco terroristico ha sconvolto la città di Mosca, in Russia. Quattro assalitori armati hanno fatto irruzione nel Crocus City Hall, un complesso multifunzionale che ospitava un concerto rock, aprendo il fuoco sulla folla inerme. L’attacco sanguinoso ha causato la morte di almeno 137 persone, rendendo l’evento uno dei più gravi attentati jihadisti degli ultimi anni.
L’attribuzione dell’attacco all’IS-K
Poco dopo l’attacco, il cosiddetto Stato Islamico (IS) ha rivendicato la paternità dell’azione attraverso la sua “agenzia stampa” Amaq News. Sebbene l’organizzazione non abbia specificato quale branca regionale fosse coinvolta, l’attenzione si è concentrata sulla formazione nota come Stato Islamico – Provincia del Khorasan (IS-K).
L’attribuzione dell’attacco di Mosca all’IS-K solleva preoccupazioni sulla minaccia che questa formazione jihadista potrebbe rappresentare non solo per la Russia, ma anche per l’Europa e l’Occidente. Nonostante le sue attività siano state finora concentrate principalmente in Afghanistan e Pakistan, l’IS-K ha dimostrato la capacità di colpire anche al di fuori di quell’area. È fondamentale, quindi, analizzare attentamente l’ascesa di questa organizzazione e valutare il pericolo che potrebbe comportare per la sicurezza europea.
Lo Stato Islamico – Provincia del Khorasan
Nel 2015, in seguito alla rapida ascesa e alla proclamazione del “califfato” da parte dello Stato Islamico in Iraq e Siria, un gruppo di militanti jihadisti provenienti da diverse fazioni in Afghanistan e Pakistan decise di aderire al progetto dello Stato Islamico. Questa convergenza di forze diede vita a una nuova formazione, nota come lo Stato Islamico – Provincia del Khorasan (IS-K).
Fin dalla sua costituzione, l’IS-K ha concentrato le proprie attività principalmente in Afghanistan e nelle aree tribali del vicino Pakistan. Questa regione, storicamente instabile e caratterizzata da una forte presenza di gruppi jihadisti, ha rappresentato il terreno fertile per le operazioni dell’organizzazione.
Nonostante i talebani abbiano riconquistato il controllo dell’Afghanistan nell’agosto 2021, hanno incontrato notevoli difficoltà nel contenere la minaccia rappresentata dall’IS-K. Questa formazione jihadista rivale ha continuato a lanciare attacchi contro obiettivi civili e militari, mettendo in discussione la capacità dei talebani di garantire la sicurezza nel paese.
Capacità dell’IS-K di colpire al di fuori dell’area afghano-pakistana
Sebbene l’Afghanistan e il Pakistan rimangano le sue aree di operazione primarie, l’IS-K ha dimostrato una preoccupante capacità di estendere la sua portata oltre i confini di questa regione. Gli attacchi rivendicati o attribuiti a questa formazione in Iran e Turchia ne sono una chiara testimonianza.
- Attacco a Kerman, Iran (3 gennaio 2024): il 3 gennaio 2024, un attentato suicida rivendicato presumibilmente dall’IS-K ha causato la morte di oltre 90 persone a Kerman, in Iran, durante una cerimonia di commemorazione per il Generale Qasem Soleimani. Questo attacco rappresenta uno dei più sanguinosi nella storia della Repubblica Islamica dell’Iran.
- Attacco alla chiesa di Santa Maria a Istanbul, Turchia (28 gennaio 2024): appena tre settimane dopo l’attentato di Kerman, due uomini armati hanno aperto il fuoco all’interno della chiesa di Santa Maria a Istanbul, in Turchia, uccidendo una persona e ferendone un’altra. Sebbene l’IS non abbia specificato la sua branca regionale coinvolta, l’attacco è stato ampiamente attribuito all’IS-K.
Proprio per la sua capacità di condurre attacchi letali sia nella sua area di operazione principale che al di fuori di essa, l’IS-K è considerata una delle formazioni jihadiste più pericolose a livello globale. La sua determinazione e la sua imprevedibilità rappresentano una seria minaccia per la sicurezza internazionale.
La minaccia dell’IS-K per l’Occidente
Dopo la sconfitta territoriale dello Stato Islamico in Iraq e Siria nel 2019, la minaccia jihadista per l’Occidente ha assunto una nuova forma. Sebbene gli attacchi su larga scala, come quelli avvenuti a Parigi e Bruxelles nel 2015 e 2016, siano diminuiti, il pericolo non è scomparso.
La nuova realtà è caratterizzata da attacchi di basso profilo, spesso pianificati e portati a termine da singoli attentatori o piccoli gruppi indipendenti. Questi individui, radicalizzati online o attraverso contatti personali, si riconoscono nella causa jihadista e decidono di passare all’azione in autonomia, senza far parte delle grandi organizzazioni del jihadismo globale.
Il ruolo indiretto ma crescente dell’IS-K nell’ispirazione di attacchi in Occidente
Sebbene l’IS-K non abbia ancora condotto attacchi diretti in Occidente, la sua influenza sembra essere in crescita nell’ispirazione di azioni terroristiche in questa regione. L’organizzazione sfrutta abilmente la propaganda online e i social media per diffondere il suo messaggio e incitare alla violenza.
Un esempio recente di questa tendenza è l’arresto, avvenuto il 19 marzo 2024 in Germania, di due cittadini afghani sospettati di preparare un attacco vicino al parlamento svedese. Secondo le autorità tedesche, almeno uno dei due uomini sarebbe stato incaricato dall’IS-K di colpire la Svezia come vendetta per la pratica del rogo di copie del Corano promossa da un attivista anti-islamico nel paese scandinavo.
Eventi ad alto rischio in Europa nel 2024 (Olimpiadi di Parigi, Europei di calcio in Germania, summit internazionali)
Il 2024 sarà un anno cruciale per la sicurezza europea, con numerosi eventi di portata internazionale che potrebbero rappresentare potenziali obiettivi per il jihadismo globale. Tra questi, spiccano le Olimpiadi di Parigi, gli Europei di calcio in Germania e i summit internazionali come quelli del G7 presieduti dall’Italia.
Di fronte a questa minaccia in costante evoluzione, è fondamentale che l’attenzione nei confronti del jihadismo globale rimanga alta in Europa e in Occidente. Le autorità di sicurezza devono essere pronte ad affrontare la sfida della radicalizzazione interna e a contrastare gli sforzi di gruppi come l’IS-K nel reclutare e istigare individui alla violenza.
Conclusioni
L’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca, rivendicato dallo Stato Islamico, ha messo in luce la minaccia rappresentata dalI’IS-K. Nonostante abbia concentrato finora le sue attività principalmente in Afghanistan e Pakistan, l’IS-K ha dimostrato una preoccupante capacità di colpire anche al di fuori di questa regione, come testimoniano gli attacchi in Iran e Turchia.
La strage di Mosca non solo ha scosso la Russia, ma ha anche avuto ripercussioni sulle delicate dinamiche geopolitiche in corso. Da un lato, l’attacco è avvenuto in un contesto di tensioni legate alla guerra in Ucraina, innescando speculazioni sulla possibile connessione tra gli attentatori e il conflitto. Dall’altro, l’attribuzione dell’attacco all’IS-K ha riacceso i riflettori sulla minaccia del jihadismo globale in un momento di crisi nella Striscia di Gaza.
La necessità di una risposta coordinata a livello internazionale
Di fronte a una minaccia così fluida e imprevedibile come quella rappresentata dall’IS-K e dal jihadismo globale, è fondamentale una risposta coordinata a livello internazionale. Le nazioni devono unire gli sforzi per contrastare efficacemente queste organizzazioni terroristiche, condividendo informazioni di intelligence, rafforzando le misure di sicurezza e promuovendo una maggiore cooperazione tra le forze dell’ordine di diversi paesi.
Inoltre, è cruciale affrontare le cause profonde della radicalizzazione e dell’estremismo violento, investendo in programmi di prevenzione e deradicalizzazione, nonché in iniziative volte a promuovere l’integrazione e la coesione sociale nelle comunità a rischio.
Solo attraverso un approccio globale e una collaborazione senza precedenti, l’Europa e il resto del mondo potranno sperare di sconfiggere definitivamente la minaccia rappresentata dall’IS-K e dal jihadismo globale, garantendo così un futuro più sicuro e pacifico per tutti.