L’emergere di nuovi attori nel conflitto russo-ucraino complica ulteriormente il contesto geopolitico attuale.
Nella metà di ottobre, droni di fabbricazioni iraniana Shahed-136, prodotti dalla HESA [1], sono stati lanciati dalla Russia nel centro di Kiev, colpendo infrastrutture civili ed impianti energetici. Già dall’inizio di settembre, era stato segnalato in diversi attacchi l’impiego da parte di Mosca non solo di Shahed-136, ma anche di UAV Mohajer-6, anch’essi di matrice iraniana, simili per dimensioni e funzionalità ai turchi Bayraktar TB-2.
Il Governo iraniano ha negato di aver fornito a Mosca gli armamenti, nonostante funzionari americani abbiano affermato che ciò avvenga dallo scorso agosto. Anche l’intelligence ucraina, stando a quanto riportato dal Presidente Zelens’kyj in un recente discorso, sosterrebbe che Mosca avrebbe acquistato circa 2.000 Shahed-136 dall’Iran e che diversi istruttori sarebbero giunti nella penisola di Crimea da Teheran per insegnare ai russi ad usare i droni.
È importante sottolineare come gli Shahed-136 siano tra i prodotti più sofisticati di produzione iraniana, impiegati dai ribelli Houthi nella guerra civile in Yemen e sistematicamente lanciati dalle basi iraniane in Siria per colpire obiettivi in territorio israeliano. È inoltre presumibile che siano stati impiegati da Teheran nell’attacco contro una petroliera israeliana in Oman nel 2021 e contro i partiti di opposizione curda iraniana nel Kurdistan iracheno.
Il legame russo-iraniano
La partnership militare russo-iraniana non sarebbe però limitata alle munizioni circuitanti: l’Iran, nel prossimo futuro, dovrebbe infatti espandere il proprio sostegno a Mosca, fornendo missili a guida di precisione, il Fateh-110 e il Zolfaghar.
Lo scopo di tale alleanza non ha ancora confini ben delineati. Nell’ultimo decennio, l’intensificarsi delle sanzioni occidentali contro l’Iran e le tensioni tra quest’ultimo e gli Stati Uniti hanno spinto Teheran a perseguire legami politici, economici e di sicurezza più profondi con Mosca. Condivisione di visioni e strategie, come il sostegno dal 2011 al regime di Assad in Siria, ha portato i due Paesi ad avvicinarsi tra loro, al punto che la scorsa estate il leader iraniano Raisi ha avuto un incontro di alto profilo con il Presidente russo Putin. Certo è che la partnership militare sta permettendo all’Iran di dimostrare la validità della propria tecnologia di difesa e aerospaziale e che il Paese stia sfruttando a proprio vantaggio la spaccatura tra Russia e Occidente anche per cercare di far vacillare l’egemonia statunitense in Medio Oriente. Alcuni, tra cui Zelens’kyj stesso, sostengono che l’Iran auspicherebbe ad ottenere l’assistenza russa al proprio programma nucleare, mentre altri sostengono che Teheran potrebbe avere, nell’aiutare Mosca, un “tornaconto militare”, garantendosi quindi gli aerei da combattimento russi per sostituire i propri obsoleti di matrice statunitense.
Il ruolo di Israele
Il susseguirsi degli eventi dell’ultimo mese ha quindi fatto emergere il finora pressoché celato coinvolgimento nel conflitto russo-ucraino di ulteriori attori, innescando, conseguentemente, la pressione sulla nemesi iraniana, Israele, da parte dell’Ucraina per acquisire tecnologie di difesa antimissilistiche. Zelens’kyj ha infatti criticato la neutralità di Tel Aviv nel conflitto, affermando come la decisione dei suoi leader di non sostenere Kiev con equipaggiamenti miliari – fin dall’invasione della Crimea nel 2014 – abbia incoraggiato la partnership militare della Russia con l’Iran. Kiev richiede, in particolare, l’Iron Beam, il Barak-8, il Patriot, l’Iron Dome, il David’s Sling, l’Arrow Interceptor, nonché supporto israeliano nell’addestramento degli operatori ucraini.
Sebbene Tel Aviv stia inviando aiuti umanitari all’Ucraina dall’inizio del conflitto, si è finora rifiutata di inviare sistemi di difesa aerea o altro equipaggiamento militare, perseguendo un atteggiamento piuttosto neutrale anche per preservare le relazioni strategiche con il Cremlino, astenendosi dall’imporre severe sanzioni economiche che possano danneggiare molti degli oligarchi russi che possiedono proprietà immobiliari in Israele. Tuttavia, a seguito di una recente telefonata intercorsa tra il Ministro della difesa israeliano Gantz e il suo omologo ucraino, è emerso che Tel Aviv, oltre agli aiuti umanitari, consegnerà a Kiev attrezzature di difesa salvavita.
La crescente alleanza militare tra Mosca e Teheran viene vista con preoccupazione non solo dall’Occidente e da Israele, il quale ha diverse problematiche con i gruppi filoiraniani – tra cui Hezbollah – ma anche da Paesi quali Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che competono con il Paese a maggioranza sciita per ottenere l’egemonia in Medio Oriente.
Materiale d’approfondimento
https://www.washingtonpost.com/world/2022/10/17/kamizake-drones-russia-ukraine/
https://www.ilpost.it/2022/10/18/drone-iran-ucraina/
https://www.axios.com/2022/10/24/zelensky-israel-iran-russia-nuclear-program-drones